Conoscete il "Disco di Nebra"? E' la più antica rappresentazione del cielo e dei fenomeni atmosferici che sia giunta fino a noi e contiene il sole, la luna, l'alba, il tramonto, le stelle e l'ammasso stellare delle Pleiadi, le sette sorelle che ho scelto come immagine principale per il blog di Guglielmo Maria. Gli archeologi stimano che sia stato manufatto fra il 1700 ed il 2100 avanti Cristo e poi sotterrato verso il 1600 avanti Cristo, vicino alla cittadina di Nebra, nell'attuale Germania. Potrebbe avere quindi più o meno quattromila anni, ma li porta benissimo e se fosse un vecchietto sarebbe uno di quelli arzilli arzilli che gli tira ancora l'ocarina quando vedono passare una signorina in minigonna in queste belle giornate primaverili.
Mi fa sempre effetto pensare che abbia così tanti anni. E' stato costruito da un'antico essere umano... sciamano, sacerdote, poeta, sognatore, astrologo, cacciatore, contadino o chissà cosa... che passava la notte a guardare e a studiare il cielo. Io non voglio dare per scontato che sia stato un maschio, anche se uso le declinazioni al maschile, per conto mio potrebbe essere anche stata una donna, soprattutto perché le donne hanno il potere di prendere i sogni e farli diventare realtà, anche se magari non se ne rendono conto e alcune non usano mai questo dono che Dio le ha dato.
Quattromila anni fa il cielo era già come lo vediamo ora, praticamente. L'unica differenza é che si vedeva bene dappertutto, perché non c'era l'inquinamento luminoso come ora che se vuoi vedere lo splendore del cielo te ne devi andare in mezzo al deserto. Quattromila anni sono uno sputo nella storia dell'universo, un attimo, un istante, un sospiro, forse anche meno. Per un uomo invece sono un tempo impossibile da comprendere razionalmente perché ben che vada potremmo viverne consapevolmente un cinquantesimo o poco più, prima che abbiano il sopravvento i pannoloni, le malattie della vecchiaia, le badanti ed evaporino i ricordi di tutta una vita insieme alle amicizie che se ne vanno una dopo l'altra.
Chissà perché l'uomo di quattromila anni fa si fermava a studiare il cielo, cercava di capirlo e poi provava a disegnarlo su di un disco in metallo usando dell'oro per fare il sole, la luna e le stelle, l'alba ed il tramonto e la barca solare. Chissà? Forse non era solo per amore dell'arte e dell'artigianato, anzi, sicuramente non lo sarà stato. Molto più probabilmente con quel disco cercava di dare una risposta alle prime domande impossibili che gli sarà capitato di farsi, anche quattromila anni fa. Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Mah, qui si va sul difficile, sul filosofico, sul religioso, sull'incasinato. Meglio, come si dice ora, by-passare ed andare oltre. Oltre all'ostacolo.
Oltre l'ostacolo ci sono le stelle, che in questo caso sono le Sette Sorelle, le Pleiadi. Di loro, quando ci va grassa, dalle nostre parti riusciamo a vederne cinque, sei o sette. Se fossimo nel mezzo del Sahara, in una notte buia e senza luna, potremmo vederne una dozzina. Invece sono un centinaio. Sono giovani, hanno solo cento milioni di anni e moriranno presto, fra solo duecentocinquanta milioni di anni, più o meno. Per l'universo sono signorine, ma destinate ad una breve vita. Secondo me sono lassù che cercano di spassarsela, per questo mi sono piaciute per il blog di Guglielmo Maria. Sono un pò quello che manca a me. Un ammasso di voglia di vivere, di piacere di godersela, di desiderio di non mettersene troppa. Le hanno raffigurate come donne, come danzatrici, come nubili, come mamme, come galline coi pulcini. Effettivamente c'é tanto di femminile nelle Pleiadi.
Mi piace che siano le mie stelle. Non é da tutti avere sette stelle fighe, che danzano nel cielo. Ovviamente si spostano, girano intorno alla Stella polare, ma si sa che se le cerchi nel cielo le riconosci alla svelta, ti sorridono sempre e ti chiedono di danzare con loro. Diceva Friedrich Nietzsche che "bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante". Averne sette, quindi non é da tutti. E' un gran casino tenerci dietro, é vero. Però, c'é gusto... la "stella danzante" é la completezza che nasce dal caos, il caos che ci dona infinite possibilità di variazioni, di cambiamenti. Guardando la vita passata, quanti sono stati i momenti di caos, le infinite combinazioni che ci hanno permesso di partorire una stella danzante?
Penso a mia figlia. E' in cucina che fa i compiti, sta recuperando due tre giorni di assenza da scuola per alcune caghette assortite. Ha bisogno del papà, ogni tanto mi viene a cercare, ogni tanto la cerco io. L'altro giorno ce ne siamo andati in giro per Gran Burrone, io e lei, mano nella mano. Un caffettino, poi in libreria, poi dal giornalaio e poi a casa. E lei con me, a giocare a quanti passi ci vogliono per attraversare tutto il portico, a guardare le vetrine della profumeria con i beauty case di Hello Kitty ed i profumi delle Winx. A spulciare fra gli scaffali della libreria i libretti di Geronimo Stilton e gli Harry Potter. Intanto io mi sono rilassato, mi sono divertito, mi sono piaciuto in quell'oretta con la mia stupenda stella danzante.
Se penso che é nata dal caos, da una irripetibile coincidenza di fattori che in quel momento stavano lì, tutti nell'ordine giusto. Un minuto prima o un minuto dopo e non sarebbe stata lei. Magari dipende anche da cosa avevamo mangiato, da come avevamo passato la giornata, la serata. Dalla voglia di fare all'amore. O da chissà che cosa. Però, in quel momento lì, un mio spermino fra milioni di spermini arriva all'ovetto, bussa e gli viene aperto. E poi nasce la vita, si sviluppa e diventa mia figlia. Proprio lei. Una stella danzante. Una delle mie stelle danzanti. Una tenera stella danzante che, un paio di volte alla settimana si accoccola vicino al papà e si addormenta, lasciandosi cullare al ritmo del battito del cuore. E quando cambia il respiro e diventa regolare io capisco che se ne é andata nel mondo dei sogni, tenendo la mano al suo papà, il caos.
Ogni giorno possiamo creare una stella danzante, una delle Sette Sorelle, una delle Pleiadi. Magari non ce ne accorgiamo, ma basta un gesto, un attimo, un sorriso, un pensiero, una preghiera, una lacrima, una supplica, un bacio. Il caos ha bisogno d'amore per trasformarsi in completezza. L'amore dell'uomo di quattromila anni fa che ha messo delle lamine d'oro su di un disco metallico, l'amore dell'uomo di oggi che, fra milioni e milioni di cambiamenti, di possibilità, di incognite, sceglie di fare qualcosa. Qualsiasi cosa, anche chiudersi in casa a piangersi addosso per settimane, finché arriva il momento che si crea una stella danzante, anche se non ce ne si accorge subito e magari la si confonde col caso, che si scrive con le stesse lettere, ma non é proprio la stessa cosa.
Infatti, niente é per caso, ma tutto é per caos. Ricordiamocelo. Teniamolo presente...
Ognuno di noi é una stella nata dal caos, cresciuta nel caos e bellissima come l'Amore.
1 commento:
trovo interessante l'argumento , pero voglio portare la vostra attenzione su un altro articolo apparso sul sito : ideaoggi intitolato :
"Il primo passo per comprendere il disco di nebra" E una spiegazione molto ineressante.
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