Guglielmo Maria

Guglielmo Maria
Le Sette Sorelle

sabato 10 aprile 2010

Insonnia jazz. Stanotte é la notte dell'insonnia jazz, sono le quattro e sono qui a scrivere chiuso nella mia stanzetta, isolato dal mondo dalle cuffiette che giocano a tennis passandosi delicatamente un cd degli Steps Ahead da un orecchio all'altro. Siccome non dormo mi faccio coccolare un pò dal sax, dal contrabbasso e dalla marimba, con una bella base di pianoforte, tanto per gradire.

Mi sono svegliato già più volte, stanotte. La prima volta perché ho sognato di dare dei calci a qualcuno non meglio identificato, probabilmente un collega di lavoro, visto che ne ho sognati due o tre. Ero così impegnato a calciare che le gambe, vincendo la resistenza naturale del cervello, si sono mosse da sole, i piedi sono partiti verso l'esterno e mi sono ritrovato a sedere, sveglio, dopo aver colpito l'aria che sta a fianco al comodino, quella che puzza sopra le ciabatte. O meglio quella che sta sopra le ciabatte che puzzano. Meno male che non ero girato dall'altra parte, altrimenti avrei colpito la povera Mrs.K. che russacchiava beata nella sua incoscienza post-moderna.

La seconda volta mi sono svegliato per una fitta alla milza. So che é la milza perché me la sono andata a cercare sul dizionario. Il fegato sta a destra, la milza a sinistra. I coglioni stanno in mezzo, proprio come me, fra fegato e milza, fra cuffietta e cuffietta, fra sax e vibrafono. Mi chiedo se la fitta alla milza sarà stata colpa della pizza che ho mangiato ieri sera, la mitica pizza del venerdì sera, quella leggera, con la pancetta, il grana e la cipolla rossa, tutte cosette che, a distanza di ore, mi navigano ancora nello stomaco affrontando una tempesta di succhi gastrici. Che, detto per inciso, stanno nel mezzo anche loro. Nel mezzo dello stomaco, vita acida nel mezzo del cammin di nostra notte.

La terza volta, che poi ho detto basta e mi sono alzato, é stata perchè in sogno avevo trovato un paio di occhialini tondi con due monete da un euro al posto delle lenti. Io ero senza occhiali e ho visto, non so come, quelli per terra, mi sono chinato a prenderli e me li sono messi e mi stavano benissimo. Peccato che non si vedeva un kaiser, ovviamente. Onde per cui (cazzo... che bello l'onde per cui) prima ho iniziato ad annaspare, allungando le braccia e le mani per evitare gli ostacoli e poi, preso dalla paura di andare a sbattere ho aperto gli occhi, ma per davvero e mi sono risvegliato tutto agitato. Chissà, sarebbe stato diverso se me li fossi tolti, quegli occhiali da due euro? Ai posteri l'ardua sentenza.

Fatto sta che, sveglio per la terza volta, ho deciso di impegnarmi in una tecnica alternativa anziché starmene nel letto a girarmi e rigirarmi in un silenzio assordante, lancinato dagli acufeni. Sì, ho anche quelli, ma non ditelo a nessuno, per favore, che poi passo da ipocondriaco. Questa settimana ho avuto le mie solite vertigini, puntuali come un ciclo mestruale, la mia nausea ricorrente ma in forma leggera, per fortuna, che non ho mai vomitato. Ho avuto un mezzo attacchino di paura, mercoledì mattina, quando mi é girata la testa in macchina mentre stavo portando la piccola fragola dalla nonna. E ho avuto una grossa rottura di coglioni, rimanendo sdraiato al buio due mezze giornate con la testa leggera e lo stomaco sottosopra. Praticamente non mi sono fatto mancar niente, in questa bella settimana.

Così, al terzo risveglio, numero perfetto, mi sono alzato, ho preso armi e bagagli, braghe e felpa, ho bevuto quasi un litro d'acqua per colpa della pizza, questo sì, e mi sono diretto in fondo a sinistra, al pc, al blog, alle cuffiette, al mio notturno jazz. Non é male ascoltarsi un'improvvisazione jazz, ti ispira molto un'improvvisazione blog, un'improvvisazione da insonnia, un'improvvisazione improvvisa, piccoli passi di corsa fra le percussioni del vibrafono, grandi stimoli di lievi colori, stelle notturne che improvvisamente esplodono, implodendo. Paradossi della  musica.

Intendiamoci, a quest'ora meglio ascoltar qualcosa che navigare fra siti porno. Quella sarebbe un'altra alternativa, ma la lascio volentieri a chi non riesce a dormire per i sogni o per gli incubi sessuali, a seconda dei gusti. Se dovessi inseguire via web le tracce della gnocca garantisco che non avrei la stessa soddisfazione che ho a stare qui, ascoltando Michael Brecker, Eddie Gomez & Mike Mainieri ad occhi chiusi e perdermi nelle stanze del castello della musica. Se la musica non esistesse, credo che non esisteremmo neppure noi, penso che sia connaturato nel divino della nostra natura umana, l'ascolto della musica. Anche senza la gnocca non esisteremmo, ma per ora, almeno, é una questione di priorità, ovviamente. C'é molta gente che senza il sesso proprio non sa stare, a giudicare dall'offerta che c'é in giro. Naturalmente questo é molto meglio per le professioniste del sesso, però a pensarci bene è molto triste, perché ce ne sono tante sfruttate e non tutte sono libere imprenditrici e poi l'amore non dovrebbe essere pagato.

Se adesso guardo fuori dalla finestra vedo il buio, rotto dalla luce di qualche lampione, qui e là. Sono le cinque, il che vuol dire che sono almeno novanta minuti di veglia notturna, fra musica e pensieri, fra parole e sentimenti, fra colori e stupori. Già, stupori. Non avevo mai notato e di questo mi stupisco di come i camini delle case riflettano la luce dei lampioni. Se li guardi bene, vedi i tetti tutti scuri, regni dei gatti bigi della notte, ma i camini sono più luminosi, come piccole fiammelle. Rimbalzano l'arancio dei lampioni oppure vivono di luce propria? Non é una brutta domanda, per le cinque del mattino, potrei farla anche a me stesso, se non avessi niente di meglio da fare. Per fortuna ora sto seguendo, nel bel mezzo del cervello, una gara indiavolata fra pianoforte e contrabbasso che mi permette per un attimo, lungo come una vita, di dimenticarmi per un pò delle mie sfighe presunte senza aggiungerne altre.

La scorsa estate mi sono letto un libro che consiglio vivacemente a chi é curioso di natura, come me. Si intitola "Viaggio straordinario al centro del cervello" di Jean-Didier Vincent ed é edito da Ponte alle Grazie, nella collana "saggi". E' stato pubblicato in Italia nel 2008, quindi quasi certamente se ne trovano ancora delle copie in giro. Ogni tanto mi torna in mente, perché, fra le mille cose, parla anche del dormire, che come quasi tutto del resto é un'attività gestita dal cervello. Io lo so perché un libro che spiega come dormire mi torna sempre in mente quando non dormo, anche se sembra un poco masochista, quasi come pensare ad un'altra prugna se hai fatto voto di fedeltà coniugale. Mi viene a mente perché ci sono i nove comandamenti, i comandamenti di Espié.

Confesso di non sapere chi sia questo Espié, ci sono imbalzato sopra leggendo il libro di Vincent, ma deve essere un manico del sonno e delle malattie del sonno, se é stato in grado di dettare nove comandamenti sull'argomento. Ad uso e consumo di chi, come me, ogni tanto soffre di insonnia ve li riassumo e commento, poi se volete approfondire vi comprate il libro e leggete le pagine dalla settantasette alla centodieci e Ponte alle Grazie vi ringrazierà. Non so neppure se sono in ordine di importanza, ma probabilmente non é importante, l'importante sarebbe riuscire a dormire, cosa che potrebbe venire naturale proseguendo la lettura di questo post.

Bene, eccoli. La premessa é non prendere sonniferi, neppure ora.

Primo: "Và a letto solo quando hai molto sonno e non per abitudine". Già qui avrei da dire, caro Espiè. E se non hai mai "molto" sonno, ma hai sonno e basta? Perchè quell'aggettivo, per preoccuparci? Comunque mi sembra una regola piuttosto ovvia, se hai molto sonno vai a letto, che cazzo vuoi fare d'altro?

Secondo: "Spegni subito la luce". Ovvietà bis? Hai molto sonno, vai a letto e che fai? Spegni la luce...é solo buon senso. O no?

Terzo: "Non leggere; non guardare la televisione". Se Espiè conoscesse la TV italiana, forse scriverebbe il contrario. E, in ogni caso, a luce spenta é dura leggere, a meno tu sia cieco, ma sarebbe un'altra storia.

Quarto: "Se non ti addormenti dopo venti minuti, alzati e và in una altra stanza finché non ti viene di nuovo sonno". Geniale. Una volta ho puntato la sveglia per capire se dopo venti minuti dormivo già. Dormivo.

Quinto: "Puoi ripetere il comandamento numero quattro tante volte quante ne avrai bisogno". Figo. Una bella scusa per non dormire, ma giustificati. E se chi dorme vicino a te si rompe le balle di tutto quell'alzarsi, coricarsi, alzarsi, coricarsi... Secondo me Espié é single.

Sesto: "Svegliati sempre alla stessa ora". E' un ossimoro. Se non dormi come fai a svegliarti? Misteri misteriosi di Martin Mystere.

Settimo: "Non fare pisolini pomeridiani". Giusto. Chi é causa del suo mal pianga se stesso. Ma difficile, se non hai dormito la notte, molto difficile.

Ottavo: "Non dormire di più per recuperare una mancanza di sonno precedente". Mah, mi sembra una rivangata del sesto, tutto sommato. Caro Espié, qui potevi sforzarti di più. Comunque logico. Stringente.

Nono: "Segui questi comandamenti per più settimane, e ricomincerai a dormire". In gergo tecnico si chiama "pararsi il culo", caro Espié. Così, se non funziona, puoi sempre dare la colpa a qualcun'altro, nell'indeterminatezza delle "più settimane".

Ah... in questo momento ho in cuffia un'acustico di Sergio Caputo, "Un'anima in pena". Che strano il destino, ti ricorda sempre le cose giuste al momento giusto, niente avviene per caso. Infatti sono le sei e dieci, tra poco pubblico il post e andrò a prepararmi un buon caffè, che è iniziata la giornata.

Bonjour a tout le monde, l'insonnia jazz ha colpito ancora.

Colonna sonora consigliata: "Steps Ahead" (1983) e "A tu x tu" di Sergio Caputo (2006). GM

2 commenti:

Marzia Bisognin alias Nonna Letizia ha detto...

ma sei proprio come il cavallo delle sette piaghe..... quando ero piccola me ne parlavano sempre, ma io credevo fosse uno scherzo....!!!!

Guglielmo Maria ha detto...

questa me la devi spiegare... cos'é il cavallo delle sette piaghe? quello d'Egitto? o quello da decubito? ;)
GM