Guglielmo Maria

Guglielmo Maria
Le Sette Sorelle

mercoledì 10 marzo 2010

Se ora chiudo gli occhi, nonostante la luce riflessa sulla neve, vedo mia figlia. Se li apro, vedo sempre mia figlia, qui vicino a me. Nonostante che.

Nonostante che magari non sia un buon padre, nonostante che mi dimentichi di portarle gli stivali di gomma a scuola perché non si bagni i piedi, nonostante che i miei pensieri spesso volino via come farfalle impazzite in una bianca nuvola rosa. Nonostante che mi faccia desiderare, nonostante che delle volte mi giro e delle volte l'abbraccio, delle volte la bacio e delle volte la stringo così forte che lei mi guarda e mi dice "papà!". Nonostante che io sia via dalla mattina alla sera e che quando torno non torno tutto intero, nonostante che io sia a casa pur senza esserci, nonostante che non sfiori più neppure con un dito la sua mamma. Nonostante che la notte non passi sempre a vederla, accarezzandola, nonostante tutto l'amore del mondo mi distraggo, il mondo mi distrae, io delle volte mi perdo. E nonostante questo lei mi guarda.

E sorride.

E io mi sciolgo, mi sciolgo come la neve al sole, mi sciolgo come una goccia nel mare, come un petalo di rosa che vola pian piano verso una pozzanghera infangata. Mi sciolgo e sento calore calore colore colore. Il rosso dell'amore senza se e senza ma, il rosso della passione, il rosa della sua pelle, l'arancio di Winnie The Pooh. Divento una amalgama, come quella dei dentisti. Mi impatacco fra dente e dente e rimango lì, felice, fino a domani... nonostante tutto sono ancora il suo eroe... quanto sto male, sapesse che razza di padre, che uomo che sono, che stramba la vita come una vela.

E' bello stringerla, abbracciarla, guardarla sorridere, ridere, gridare, guardare i suoi anni che stanno nelle dita di due mani e che ne rimane un poco. E' bello giocare con lei, parlare, farsi il solletico, guardarsi, nascondersi e trovarsi e poi nascondersi e ritrovarsi di nuovo. L'Amore é una forza, una meraviglia della natura, un tocco di Dio in te, il Nirvana. L'Amore senza pegni, senza debiti, senza crediti, fine a sé. L'Amore per l'Amore, il padre per la figlia, la figlia per il padre e tutti e due insieme e poi separati e poi di nuovo insieme.

Tenerla fra le braccia mi pesa sempre meno, lei cresce ma cresco anch'io, lei si allunga e mi allungo anch'io, lei mangia e mangio anch'io. E un giorno si innamorerà. E io rimarrò il suo innamorato fedele papà paparone papuga come mi chiama. Rimarrò a guardare la sua vita che andrà via, lontano ma sempre vicina.

Per sempre. Felice.

1 commento:

Guglielmo Maria ha detto...

Alle mie maestre di italiano voglio far sapere che ricordo che "nonostante che" non si dice, ma, "siccome che" a me mi piace, lo scrivo lo stesso. GM